Metrologia

Micrometro: come si legge? Guida completa alla lettura e all’utilizzo

Che cos’è un micrometro e a cosa serve

Il micrometro è uno strumento di misura progettato per determinare dimensioni estremamente ridotte con un margine di errore estremamente basso. Il micrometro è utilizzato soprattutto per oggetti meccanici come alberi e bulloni, spessori di lamiere e fili, ma anche componenti delicati come boccole, ingranaggi e cuscinetti.

A differenza del calibro, che consente misurazioni centesimali, il micrometro può arrivare a rilevare anche i millesimi di millimetro. Questo lo rende indispensabile nei settori in cui la precisione è tutto, come la meccanica di precisione, la metallurgia, l’ingegneria e persino alcune applicazioni in campo scientifico.

Nelle officine meccaniche e nelle aziende di precisione, la sua presenza è indispensabile per il controllo qualità, poiché garantisce che ogni pezzo prodotto rispetti le tolleranze richieste. Nei laboratori scientifici viene utilizzato per studiare strutture sottili o materiali innovativi. Anche l’industria aerospaziale e automobilistica fa largo uso del micrometro, poiché in questi campi ogni frazione di millimetro può determinare la sicurezza e l’affidabilità di un componente.

Esistono diversi tipi di micrometri, con varianti pensate per misurazioni specifiche. Il più comune è il micrometro per esterni, che viene utilizzato per determinare diametri, spessori o dimensioni esterne di un oggetto. Al contrario, il micrometro per interni è progettato per misurare cavità, fori o alloggiamenti, rendendosi indispensabile nella produzione di componenti meccanici che devono combaciare perfettamente tra loro.

Un’altra tipologia è il micrometro di profondità, che serve a rilevare la distanza tra una superficie e il fondo di una scanalatura o di un incavo. Infine, esiste il micrometro millesimale, il più sofisticato, che consente di leggere misure fino al millesimo di millimetro, rappresentando lo strumento ideale per chi lavora con tolleranze estremamente ridotte.

taratura strumenti di misura

Com’è fatto un micrometro

Osservando un micrometro da vicino, si notano alcune parti fondamentali che ne determinano il funzionamento. Il manicotto, o bussola, (1) è la parte fissa che contiene la scala graduata principale. Ad esso è collegato il tamburo (2) un cilindro girevole che porta la scala secondaria. La combinazione delle due scale permette di ottenere la misura finale.

All’estremità dello strumento si trovano invece l’incudine e il fuso (3), i due elementi che vengono a contatto con il pezzo da misurare. Tra loro scorre la vite micrometrica (4), il cuore dello strumento, che garantisce la massima precisione trasformando la rotazione del tamburo in uno spostamento lineare calcolato con estrema accuratezza.

Come si utilizza un micrometro in modo corretto

L’uso del micrometro richiede precisione e delicatezza. Ogni passaggio è fondamentale per ottenere una misura affidabile.

La prima operazione consiste nella preparazione dello strumento. Prima di iniziare, bisogna assicurarsi che il micrometro sia pulito, privo di polvere, residui di olio o trucioli metallici. Anche il pezzo da misurare deve essere pulito, perché qualsiasi impurità potrebbe alterare il risultato. Nelle officine più rigorose, gli operatori indossano anche guanti sottili per evitare che il calore delle mani dilati leggermente il metallo dello strumento.

1) POSIZIONAMENTO

Una volta pronto, si può passare alla fase di posizionamento del pezzo. L’oggetto va collocato tra l’incudine e il fuso del micrometro. È importante farlo con attenzione, perché un appoggio scorretto porterebbe a una misura sbagliata. Per esempio, se si misura un cilindro, l’asse del micrometro deve essere perfettamente perpendicolare rispetto al pezzo.

2) CHIUSURA

Arriva quindi il momento della chiusura del tamburo. Questo non va mai forzato: si ruota lentamente finché l’incudine e il fuso si avvicinano al pezzo. Gli strumenti più precisi sono dotati di un cricchetto che scatta quando viene raggiunta la pressione giusta. Il cricchetto serve a garantire che la forza applicata sia sempre la stessa, evitando che un’eccessiva stretta deformi il pezzo o alteri la lettura.

3) MISURA

A questo punto si effettua la stabilizzazione della misura. L’operatore lascia che il micrometro si assesti e controlla che il contatto tra incudine, fuso e pezzo sia uniforme. Solo dopo questa verifica si procede alla lettura, osservando la scala principale sul manicotto e quella secondaria sul tamburo.

4) CONTROLLO

Per un risultato impeccabile, spesso si effettuano più misurazioni consecutive sullo stesso pezzo, magari ruotandolo leggermente. Questo permette di verificare che la dimensione sia costante e non ci siano ovalizzazioni o imperfezioni.

L’azzeramento del micrometro: perché è importante e come si esegue

Un micrometro, per quanto preciso, può perdere nel tempo la sua taratura a causa dell’usura, delle variazioni termiche o di piccoli urti accidentali. Per questo motivo è necessario eseguire con regolarità l’azzeramento, una procedura che permette di riportare lo strumento al suo punto di riferimento iniziale.

L’operazione è semplice ma richiede attenzione. Si comincia chiudendo il micrometro fino a portare l’incudine e il fuso a contatto diretto, senza alcun pezzo interposto. In questa posizione, la scala graduata dovrebbe segnare esattamente zero. Se invece l’allineamento non è corretto, significa che lo strumento è leggermente fuori taratura.

Per correggere questa discrepanza si utilizza la chiavetta di regolazione (o asta di regolazione), un piccolo utensile fornito insieme al micrometro. Inserendo la chiavetta nell’apposito foro posto sul manicotto, è possibile ruotare leggermente la bussola graduata fino a riportare l’indicazione sullo zero. Questa regolazione deve essere eseguita con delicatezza, evitando di forzare il meccanismo interno.

L’azzeramento non è un’operazione che si fa una sola volta, ma deve essere ripetuta con una certa frequenza, soprattutto se il micrometro viene usato intensamente in officina o è soggetto a sbalzi di temperatura. Nei controlli di qualità più rigorosi, l’azzeramento viene verificato all’inizio di ogni giornata di lavoro, in modo da avere la certezza che lo strumento fornisca misure sempre affidabili.

È fondamentale chiarire che l’azzeramento non va confuso con la taratura.

Con l’azzeramento, come abbiamo visto, si riporta lo strumento al valore di riferimento iniziale, ovvero lo zero, in modo che le misurazioni risultino corrette. Si tratta di una procedura che può e deve essere effettuata direttamente dall’operatore, utilizzando l’apposita chiavetta, ogni volta che si nota un piccolo disallineamento o comunque con una certa regolarità durante l’uso.

La taratura o calibrazione, invece, è un processo più complesso, che riguarda la verifica e l’eventuale correzione della precisione dell’intero strumento rispetto a campioni certificati. Questa operazione non viene eseguita dall’utilizzatore comune, ma richiede strumenti specifici e, spesso, laboratori metrologici accreditati. La taratura serve a garantire che il micrometro sia conforme agli standard internazionali di misura e viene effettuata con una frequenza stabilita dalle normative o dalle procedure aziendali di qualità.

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