Nel mondo del controllo qualità, della manutenzione e della produzione industriale, si parla spesso di taratura strumenti di misura e di calibrazione come se fossero sinonimi.
Si tratta di due operazioni diverse — entrambe cruciali — che hanno scopi, metodi e conseguenze differenti sulla precisione e affidabilità degli strumenti.
Capire questa differenza non è solo una questione di terminologia: può determinare se un impianto rispetta gli standard ISO 9001, ISO/IEC 17025 o se un laboratorio rischia di perdere la conformità metrologica.
Molti tecnici e operatori di laboratorio usano “tarare” e “calibrare” come sinonimi perché spesso le due operazioni vengono svolte insieme, durante la manutenzione programmata.
In realtà, solo la calibrazione fornisce una base tracciabile e certificabile secondo le norme UNI EN ISO/IEC 17025. La taratura può essere fatta anche internamente, ma per avere valore legale o normativo deve essere documentata da un laboratorio accreditato (es. ACCREDIA in Italia).
Calibrazione
La calibrazione è un’operazione di confronto.
Si misura un campione (detto “standard di riferimento”) con uno strumento di cui si vuole valutare la precisione e si confrontano i risultati.
In parole semplici, la calibrazione non modifica lo strumento: serve solo a verificarne le prestazioni.
È un’analisi che permette di conoscere l’errore di misura e la sua incertezza, senza effettuare correzioni.
Esempio pratico di calibrazione
Hai un manometro che misura la pressione. Durante la calibrazione, lo confronti con un manometro campione certificato.
Se il tuo strumento segna 9,8 bar quando il campione indica 10,0 bar, hai un errore di -0,2 bar.
Il tecnico annota il valore e stabilisce se rientra nella tolleranza ammessa.
→ la calibrazione, in sostanza, certifica quanto ti puoi fidare di ciò che misura il tuo strumento.
Taratura
La taratura strumenti di misura è un’operazione di regolazione.
Dopo aver rilevato l’errore tramite la calibrazione, si interviene sullo strumento per ridurre o azzerare lo scostamento dai valori di riferimento.
In pratica, tarare significa correggere il comportamento dello strumento, modificando i parametri interni (meccanici o elettronici) affinché fornisca risultati più precisi.
Esempio pratico di taratura
Riprendendo l’esempio del manometro:
Dopo la calibrazione hai scoperto che lo strumento segna sempre 0,2 bar in meno.
Con la taratura, intervieni fisicamente (ad esempio ruotando una vite di regolazione) per far sì che segni esattamente 10,0 bar quando il campione misura 10,0 bar.
→ la taratura, quindi, è un’azione che agisce sullo strumento
Chi può eseguire la taratura e la calibrazione
- Calibrazione: deve essere eseguita da un laboratorio accreditato (in Italia da ACCREDIA) che garantisce la tracciabilità dei risultati.
- Taratura: può essere fatta internamente, ma deve essere documentata e seguita da una nuova calibrazione per confermare l’efficacia della regolazione.
Molte aziende scelgono di affidare entrambe le operazioni a centri metrologici specializzati come il servizio di taratura strumenti di misura di Hoffmann Group, che rilascia certificati ufficiali per i tuoi strumenti di misura.
