Fit Test degli APVR
SICUREZZA E DPI

5 risposte alle domande più comuni sul Fit Test per i dispositivi di protezione respiratoria

Sul luogo di lavoro, la sicurezza è una priorità assoluta, soprattutto in particolari ambienti dove l’esposizione a sostanze nocive è inevitabile. Per garantire la massima efficacia delle misure di protezione, il Fit Test degli APVR è una procedura cruciale e che non può essere ignorata. Questo articolo risponde alle domande più comuni sul Fit Test e, grazie alle informazioni tratte dai documenti Dräger, fornisce una comprensione approfondita delle pratiche e dei requisiti coinvolti.

  1. Quali sono i tipi di Fit Test disponibili?
  2. Quando si dovrebbe eseguire un Fit Test?
  3. Quali fattori influiscono sull’aderenza e tenuta della maschera?
  4. Come si esegue un Fit Test quantitativo?
  5. Qual è la differenza tra un Fit Test e un controllo della tenuta?

A cosa serve il Fit Test degli APVR?

Il Fit Test degli APVR (apparecchi di protezione delle vie respiratorie) è una procedura utilizzata per verificare che un respiratore si adatti correttamente al viso dell’utente e assicuri una tenuta adeguata e la protezione contro i contaminanti. Mascherine, semimaschere e maschere a pieno facciale garantiscono la protezione stimata solo se ne è assicurata la tenuta sul volto: può succedere che una sola misura o un solo modello non si adattino a tutti i lavoratori.

Il quadro normativo

In Italia, l’obbligo di effettuare il Fit Test degli APVR è stabilito dalle modifiche apportate all’articolo 79 del D. Lgs. 81/08 dalla Legge 215/2021. La modifica ha introdotto il comma 2-bis che stabilisce che l’uso dei DPI deve seguire le norme UNI più aggiornate, che richiedono ai datori di lavoro di verificare l’efficacia dei dispositivi di protezione respiratoria tramite il Fit Test.

Oltre alla dotazione di un respiratore adatto, è quindi necessario verificare che esso sia realmente efficace in combinazione con le caratteristiche fisiche dell’operatore cui è destinato.

Il Fit Test deve essere eseguito periodicamente su indicazione del Responsabile della sicurezza. Per i DPI di 3^ categoria di protezione delle vie respiratorie è previsto che venga inoltre nominato un “Responsabile del programma di protezione delle vie respiratorie”, nominato dal datore di lavoro, che deve valutare quali DPI utilizzare, programmarne la manutenzione e la formazione: i Fit Test sono parte del programma.

Inoltre, ogni volta che si verificano cambiamenti nel volto del lavoratore che potrebbero compromettere la tenuta della maschera, come variazioni di peso o la crescita della barba, il test deve essere ripetuto.

Fit Test APVR quantitativo
Fit Test APVR quantitativo - contatore particelle
Fit Test APVR qualitativo

1) Quali sono i tipi di Fit Test disponibili?

Esistono due tipi principali di Fit Test degli APVR: qualitativo e quantitativo.

Il Fit Test qualitativo si basa sulla percezione sensoriale di una sostanza tramite gusto o olfatto. Gli agenti di prova possono essere una sostanza dolce o amara oppure un composto con un odore specifico. L’utente indossa il proprio dispositivo di protezione delle vie respiratorie all’interno di un cappuccio predisposto per creare un’atmosfera localizzata.

Il Fit Test quantitativo fornisce una stima numerica del fattore di tenuta al volto e viene effettuato tramite un dispositivo di conteggio delle particelle o un sistema a delta di pressione.

2) Quando si dovrebbe eseguire un Fit Test?

Il Fit Test dovrebbe essere eseguito quando ci sono cambiamenti nel volto dell’operatore, come variazioni di peso o interventi odontoiatrici, e ogni volta che viene introdotto un nuovo dispositivo di protezione.

3) Quali fattori influiscono sull’aderenza e tenuta della maschera?

Vari fattori possono influire sulla tenuta della maschera, tra cui barba, occhiali, piercing facciali e movimenti del viso. La forma e la misura della maschera devono essere adatte per garantire una protezione ottimale.

4) Come si esegue un Fit Test quantitativo?

Si usa un dispositivo per contare le particelle o un sistema a delta di pressione, che stabilisce il rapporto tra le particelle presenti nell’aria circostante e quelle all’interno del respiratore, oppure si rilevano le perdite d’aria applicando una pressione negativa controllata.

Durante la prova, il portatore esegue una serie completa di esercizi descritti all’interno della norma UNI, per ciascuno dei quali il dispositivo di conteggio rileva il fattore di tenuta (Fit Factor), calcolato rapportando la concentrazione ambientale a quella all’interno del respiratore.

Se il Fit Factor non raggiunge il livello codificato dalla norma UNI 11719:2018, la prova dà esito negativo: in questo caso il facciale potrebbe non essere stato indossato correttamente, potrebbe non essere idoneo alla conformazione del volto dell’operatore o potrebbe essere un dispositivo già in uso da tempo ma difettoso.

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5) Qual è la differenza tra un Fit Test e un controllo della tenuta?

Un Fit Test usa sostanze di prova e/o dispositivi per controllare la tenuta di un facciale durante l’esecuzione di determinati esercizi, mentre un controllo della tenuta assicura che il facciale aderisca bene al viso prima di ogni impiego. Un controllo della tenuta non può sostituire un Fit Test degli APVR.

Un esempio pratico:
il Fit Test per la sicurezza in un ambiente contaminato da H2S

L’idrogeno solforato è uno dei gas più tossici e più infidi nell’industria del petrolio e del gas. Un’eventuale fuga di gas può generare rapidamente concentrazioni potenzialmente letali. L’utilizzo di dispositivi di fuga individuali con un alto livello di protezione e adatti in modo ottimale ai singoli utilizzatori può proteggere i lavoratori nelle situazioni di emergenza.

Articolo realizzato in collaborazione con Dräger

Dräger logo

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